La gestione della pandemia non finisce di regalare sorprese. Ben vengano i primi provvedimenti a favore del terzo settore previsti dal “decreto rilancio”, ma pensare ad un bando per reclutare volontari al fine di affidargli compiti di sicurezza e controllo del distanziamento sociale appare quanto meno bizzarro. Lo è nella misura in cui non è possibile confondere il ruolo ed il compito dei volontari così come definiti dalla Riforma del terzo settore all’art. 17 ( Il volontario è una persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune, anche per il tramite di un ente del Terzo settore, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie della sua azione, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà) con quelli che dovrebbero essere svolti dalle forze dell’ordine di ogni ordine e grado.
Risulta davvero incredibile come ancora una volta si manifesti confusione su quello che il terzo settore rappresenti e sicuramente non è attraverso queste iniziative estemporanee che si potrà arrivare a riconoscerne pienamente il ruolo fondamentale di garanzia della coesione sociale e della partecipazione.
Dalle notizie e le indicazioni trapelate, a partire dalle dichiarazioni del Ministro Boccia, si rischia di alimentare ulteriori imprecisioni sul ruolo della Protezione Civile e della sua grande squadra di volontari, i cui risultati riconosciuti positivamente da tutti sono garantiti da lunghi e seri percorsi di addestramento e formazione.
Più che alimentare inutile confusione sul ruolo dei volontari sarebbe il caso che si cominciasse seriamente a superare la fase della retorica e iniziare ad attuare serie politiche di valorizzazione del volontariato e del terzo settore in generale così come richiesto recentemente da tutti i rappresentanti del non profit.
La proposta sugli “assistenti civici” e l’impiego di risorse pubbliche che esso comporterebbe invita anche ad un’ulteriore riflessione: più che alimentare confusioni e polemiche, perché il Governo non si concentra nell’aumentare ulteriormente le risorse per il servizio civile universale, vera e propria “palestra civica” d’impegno e partecipazione per migliaia di giovani italiani. La crisi che stiamo attraversando ha mostrato quanto sia importante il ruolo che il servizio civile svolge quotidianamente per la tenuta sociale e la crescita del Paese. Il Ministro Spadafora ha sicuramente compiuto un primo ed importante passo recuperando recentemente 20 milioni che andranno ad integrare i fondi attualmente disponibili consentendo di avviare nei prossimi mesi progetti che impiegheranno un massimo di 45.000 volontari (10.000 solo in alcune regioni grazie al programma Garanzia Giovani e 35.000 da programma ordinario).
Il Ministro ha manifestato la volontà di voler fare di più e chiesto sostegno a tutte le forze politiche presenti in Parlamento per cui, invece di scatenare dissidi ed incertezze intorno alle figure di distanziamento sociale ovvero “assistenti civici”, perché non provare ad accorciare le distanze puntando sula crescita della comunità rendendo il servizio civile davvero universale e riconoscendo pienamente al terzo settore nella sua interezza l’importanza che esso ha per la tenuta e lo sviluppo dell’Italia.
Pubblicato su: Servizio Civile Magazine