“Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive” - F.Dostoevskij

Mese: Febbraio 2020

Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: Campus Salute in prima linea

Uno degli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e sicuramente tale scopo è uno dei più avvincenti da perseguire.

Come ogni risultato importante anche questo potrà essere il frutto di un lavoro sinergico tra le diverse forme di aggregazione territoriale e rappresentanza istituzionale che animano le comunità: dalla più piccola alla più estesa. Questa consapevolezza è un necessario punto di partenza, soprattutto, quando si sono fissati obiettivi così ambiziosi che riguardano il genere umano e il pianeta nel suo complesso.

Le associazioni possono e devono svolgere un importante lavoro di raccordo tra le istituzioni e gli organismi nazionali e sovranazionali che si dedicano della realizzazione delle attività utili al raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Agenda 2030. Molti cittadini ignorano il documento e la strategia elaborata dalle Nazioni Unite e diventa così difficile il loro coinvolgimento diretto nelle azioni concrete che possono, giorno dopo giorno, avvicinarci al perseguimento dei risultati auspicati.

Le associazioni e tutti gli enti del terzo settore in generale, grazie alla loro presenza capillare nelle comunità, del loro dialogo costante con le istituzioni e delle proprie numerose attività quotidiane possono davvero incidere e recitare un ruolo fondamentale per la realizzazione dell’Agenda 2030 e del coinvolgimento attivo delle persone.

Campus Salute Onlus è impegnata da anni nella diffusione della cultura della prevenzione in modo da far crescere nella comunità la consapevolezza del valore dei corretti stili di vita e, soprattutto, di come lo stato di buona salute sia il frutto dell’applicazione di pochi, ma fondamentali principi di cautela ed attenzione volte a tutelarci dall’insorgere di numerose patologie. Il valore simbolico, ma anche pratico avendo non di rado contribuito ad aiutare numerose persone ad accorgersi di seri rischi in corso per la propria salute, della proposta a migliaia di cittadini di controlli medici gratuiti, di momenti di formazione ed informazione, di campagne per la salute maschile e femminile, il dialogo costante col mondo della ricerca, l’impegno per il contrasto all’obesità ed il consumo nocivo di alcol, rappresentano solo alcune delle attività che collocano l’associazione in linea con lo spirito auspicato dalle Nazioni Unite. Non si deve dimenticare l’impegno a lavorare in sinergia con le istituzioni e le tante realtà dei territori incontrate nel corso di un decennio, così come risulta impossibile ignorare il coinvolgimento fondamentale di tanti volontari (soprattutto giovani) appartenenti non solo al mondo della medicina, ma provenienti da diversi percorsi formativi, culturali e sociali.

Da settembre 2019 l’impegno per il perseguimento degli obiettivi indicati dall’Agenda 2030 è diventato “ufficiale” essendo Campus Salute ONLUS una dei partner ufficiali della Cattedra Unesco dell’Università Federico II di Napoli “Educazione alla salute ed allo sviluppo sostenibile” diretta dalla Prof.ssa Annamaria Colao: sono già diversi i progetti che vedono affinare le metodologie per favorire l’attuazione di azioni di contrasto all’obesità, di prevenzione delle malattie infettive – specialmente del virus dell’HIV tra gli adolescenti – e della diffusione della medicina di genere.

Gli obiettivi sono ambiziosi e Campus Salute è una delle tante importanti associazioni che possono lavorare e fare rete, ma come si suol dire “ogni lungo viaggio comincia con il primo passo” e la sfida da vincere nella prossima decade entra ora nel vivo, può essere utile conoscere (direttamente dal sito internet delle Nazioni Unite)  un po’ più da vicino le considerazioni alla base dell’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”:

Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.

Fatti e cifre

  1. Salute infantile
  • Ogni giorno muoiono 17.000 bambini in meno rispetto al 1990; tuttavia, ogni anno continuano a morire più di sei milioni di bambini prima del compimento del quinto anno d’età
  • Dal 2000, i vaccini contro il morbillo hanno prevenuto quasi 15,6 milioni di morti.
  • Nonostante decisi progressi a livello globale, una porzione crescente delle morti infantili avviene in Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Quattro su cinque morti infantili avvengono in queste regioni
  • I bambini nati in situazioni di povertà hanno quasi il doppio delle probabilità di morire prima del compimento del quinto anno d’età rispetto ai bambini nati nelle famiglie più ricche
  • I figli di madri istruite – anche di coloro che hanno completato soltanto la scuola primaria – hanno più probabilità di sopravvivere rispetto ai figli di madri senza alcuna istruzione.
  1. Salute materna
  • La mortalità materna si è ridotta di quasi il 50% dal 1990
  • In Asia orientale, nel Nordafrica e nell’Asia meridionale, la mortalità materna si è ridotta di circa due terzi
  • Tuttavia, il tasso di mortalità materna – ovvero la proporzione di madri che non sopravvivono al parto rispetto alle madri che invece sopravvivono – nelle regioni in via di sviluppo è ancora oggi 14 volte maggiore rispetto al tasso di mortalità materna delle regioni sviluppate
  • Un numero maggiore di donne sta ricevendo assistenza prenatale. Nelle zone in via di sviluppo, l’assistenza prenatale è aumentata dal 65% nel 1990 all’83% nel 2012
  • Solo la metà delle donne che vivono nelle zone in via di sviluppo riceve la quantità raccomandata di assistenza medica di cui ha bisogno
  • Sempre meno adolescenti hanno figli nella maggior parte delle regioni in via sviluppo, ma i progressi hanno conosciuto un rallentamento. Il grande incremento nell’uso dei metodi anticoncezionali che ha caratterizzato gli anni ’90 non è stato replicato nella prima decade del 2000
  • Lentamente, la richiesta di pianificazione familiare viene soddisfatta per un numero crescente di donne, ma la domanda sta aumentando rapidamente.
  1. HIV/AIDS, malaria e altre malattie
  • Alla fine del 2014, 13,6 milioni di persone avevano accesso a terapie antiretrovirali
  • Nel 2013 sono esplose 2,1 milioni di nuove infezioni da HIV, il 38% in meno rispetto al 2001
  • Alla fine del 2013, 35 milioni di persone vivevano con il virus dell’HIV
  • Nello stesso anno, 240.000 bambini sono stati infettati dal virus dell’HIV
  • Le nuove infezioni da HIV tra i bambini sono diminuite del 58% dal 2001
  • A livello mondiale, gli adolescenti e le giovani donne sono vittime di disuguaglianze, esclusione, discriminazione e violenza per motivi di genere, il che li espone ad un maggior rischio di contrarre l’HIV
  • L’HIV è la causa principale di morte tra le donne in età riproduttiva in tutto il mondo
  • Le morti da tubercolosi tra le persone che vivono con il virus dell’HIV è diminuita del 36% dal 2004
  • Nel 2013 si sono registrate 250.000 nuove infezioni da HIV tra gli adolescenti, due terzi delle quali hanno colpito le ragazze
  • L’AIDS è oggi la principale causa di morte tra gli adolescenti (dai 10 ai 19 anni) in Africa e la seconda causa più comune di morte tra gli adolescenti a livello mondiale
  • In molti luoghi, non viene rispettato il diritto delle adolescenti all’intimità e all’autonomia del proprio corpo; molte dichiarano che la loro prima esperienza sessuale è stata forzata
  • Nel 2013, 2,1 milioni di adolescenti vivevano con il virus dell’HIV
  • Tra il 2000 e il 2015, sono state evitate più di 6,2 milioni di morti per malaria, principalmente in bambini con età inferiore ai 5 anni in Africa subsahariana. Il tasso globale di incidenza della malaria si è ridotto del 37% e il tasso di mortalità del 58%
  • Tra il 2000 e il 2013 gli interventi di prevenzione, di diagnosi e di trattamento della tubercolosi hanno salvato 37 milioni di vite. Il tasso di mortalità da tubercolosi si è ridotto del 45% e il tasso di prevalenza del 41% tra il 1990 e il 2013.

Traguardi

3.1     Entro il 2030, ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi

3.2     Entro il 2030, porre fine alle morti prevenibili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età.  Tutti i paesi dovranno cercare di ridurre la mortalità neonatale ad almeno 12 per ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di età ad almeno 25 per 1.000 bambini nati vivi

3.3     Entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili

3.4     Entro il 2030, ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento e promuovere benessere e salute mentale

3.5     Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol

3.6     Entro il 2020, dimezzare il numero globale di morti e feriti a seguito di incidenti stradali

3.7     Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali

3.8     Conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione da rischi finanziari, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti

3.9     Entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo

3.a     Rafforzare l’attuazione del Quadro Normativo della Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Controllo del Tabacco in modo appropriato in tutti i paesi

3.b     Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo; fornire l’accesso a farmaci e vaccini essenziali ed economici, in conformità alla Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la Sanità Pubblica, che afferma il diritto dei paesi in via di sviluppo ad utilizzare appieno le disposizioni dell’Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuali contenenti le cosiddette “flessibilità” per proteggere la sanità pubblica e, in particolare, fornire l’accesso a farmaci per tutti

3.c     Aumentare considerevolmente i fondi destinati alla sanità e alla selezione, formazione, sviluppo e mantenimento del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo, specialmente nei meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo

3.d     Rafforzare la capacità di tutti i Paesi, sopratutto dei Paesi in via di sviluppo, di segnalare in anticipo, ridurre e gestire i rischi legati alla salute, sia a livello nazionale che globale

Fonte: https://unric.org/it/obiettivo-3-assicurare-la-salute-e-il-benessere-per-tutti-e-per-tutte-le-eta/

Agenda 2030: il ruolo chiave del Terzo Settore

Dieci anni.
Mancano esattamente dieci anni al 2030 indicato quale anno di riferimento per l’espletamento di tutti gli obiettivi individuati dall’ONU e da tutti i Paesi sottoscrittori dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile
Il documento rappresenta una vera e propria road-map per le Nazioni ed i cittadini per provare a costruire una comunità più aperta, inclusiva, solidale e vivibile.
Le recenti manifestazioni promosse a difesa dell’ambiente hanno sicuramente aumentato la platea dei cittadini desiderosi di confrontarsi con la questione dello sviluppo sostenibile, tuttavia troppo spesso essa viene concepita come legata esclusivamente alle attività relative alla tutela della natura.
Sicuramente uno sviluppo realmente sostenibile esprime come conseguenza un ambiente salubre, ma per raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’Agenda 2030 sono stati individuati 17 obiettivi che, evidentemente, invitano ogni parte della comunità a svolgere il proprio compito. Essi sono:

Obiettivo 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze
Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie
Obiettivo 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 9: Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni
Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Obiettivo 13: Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze
Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
Obiettivo 16: Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

È chiaro che tali ambiziosi ed importanti obiettivi richiamano il terzo settore nella sua interezza ad assumersi le proprie responsabilità e a recitare un ruolo da protagonista.
Se concepiamo, infatti, l’Agenda 2030, come la “chiamata alla partecipazione” di tutti i cittadini, allora non possiamo non considerare come proprio il terzo settore sia il laboratorio per antonomasia dove quotidianamente maturano e si sviluppano molte delle risposte e delle strategie utili al conseguimento degli obiettivi prefissati.
A distanza di quattro anni dall’avvio ufficiale delle iniziative legate alla realizzazione dell’Agenda 2030 è opportuno ricordare come sia stato proprio il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in alcuni suoi ultimi interventi a ribadire il ruolo fondamentale che la cosiddetta “people action” (unitamente alla “global action” e alla “local action”) può avere per generare processi e movimenti di pressione decisivi per spingere i decisori politici ad adottare ed emanare leggi e regolamenti in linea con gli scopi da raggiungere.
La partecipazione dei cittadini ed il ruolo del terzo settore non può esaurirsi pertanto in un movimentismo che avrebbe il rischio d’ingenerare solo un’adesione acritica e mediatica figlia delle mode del momento, ma deve favorire processi di consapevolezza all’interno delle comunità in grado di spingere ed ispirare i singoli gruppi di cittadini ad impegnarsi, anche individualmente, per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
In altre parole: è nella capacità di fare rete del terzo settore in ogni sua forma, nonostante tutte le difficoltà ed egoismi del caso, che possiamo trovare una delle strade fondamentali per arrivare ai risultati auspicati entro questa importante ed avvincente decade appena iniziata.

Pubblicato su: Istituzioni24.it

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