“Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive” - F.Dostoevskij

Mese: Luglio 2020

Coesione e unità nazionale non possono prescindere dai percorsi di partecipazione e solidarietà

Gentile Direttore,
ci avviamo ormai al mese di agosto e, ancora una volta, dobbiamo registrare quanto siamo vittime di una bolla mediatica. Si sono scritte e pronunciate milioni di parole sulla gestione dell’emergenza e della conseguente crisi economica e, naturalmente, sul bellissimo universo del non profit.

Il terzo settore è stato il fiore all’occhiello di qualsiasi discorso pronunciato dal mese di marzo in poi dai rappresentanti delle istituzioni, la carta da giocare quando in preda ad euforia o sconforto si voleva far riferimento alle tante persone che, unitamente al personale sanitario, hanno affrontato la fase acuta della pandemia senza paura e non lasciando mai soli i cittadini. Elogi meritati e continui ai quali non sono però seguiti fatti concreti di sostegno da parte dei decisori politici che, nella gran parte dei casi, si sono limitati ad annunci e promesse di montagne in grado di partorire solo topolini.

È arrivata l’estensione del credito d’imposta, la possibilità di accedere ai finanziamenti destinati inizialmente alle PMI ed è stato aumentato il fondo per il sostegno al Terzo settore nelle regioni del Mezzogiorno, ma, in pratica, è tutto molto fermo e nei fatti ci si è quasi dimenticati totalmente il cuore del non profit ovvero le miriadi di piccole e medie associazioni tanto lontane dalla ribalta quanto decisive e fondamentali per la coesione sociale della comunità nazionale.

Ancora una volta sembrano prevalere gli interessi di piccole e grandi conventicole dedite alla tutela dei propri percorsi, ma che non possono essere più l’unico punto di riferimento al momento delle scelte strategiche del Governo e del Parlamento. Il prezzo che la comunità nazionale pagherebbe sarebbe troppo alto poiché non si tratta della possibile scomparsa di tante piccole realtà associative, ma del rischio di vedere svanire esperienze e percorsi di sostegno, ascolto e risposte ai bisogni delle persone che rappresentano un patrimonio non quantificabile ed inestimabile per l’Italia.

C’è qualcuno in Parlamento, nelle Regioni, in generale nelle istituzioni e nel mondo del non profit pronto a farsi carico realmente di tutto il terzo settore e non di una sola parte? La coesione e l’unità nazionale non possono prescindere dai percorsi di partecipazione e solidarietà.

Pubblicato su: Il Riformista

Il Governo dia risposte concrete al terzo settore

I fatti restano l’unico valido metro di giudizio. Almeno così dovrebbe essere.

Il Governo, Premier Conte in testa, ha più volte ribadito la necessità di potenziare il terzo settore riconoscendone la grande importanza in termini umani, sociali ed economici eppure alla prova dei fatti le buone intenzioni non hanno mai visto seguire azioni concrete.

Da marzo ad oggi abbiamo sentito parlare a più riprese di aiuti economici per il non profit che rischia seriamente di perdere molte tra le sue migliori esperienze: sono stato annunciati l’anticipo del cinque per mille, il sostegno ai volontari ed alle strutture, ma ormai arrivati alla metà di luglio, così come per molte altre risposte attese dai cittadini, alle parole non sono seguiti i fatti.

Addirittura le misure annunciate a maggio ed inserite nel decreto rilancio erano state cancellate dalla discussione in Parlamento e, grazie a numerose proteste, sono state recuperate in modo confuso nelle ultime ore con il forte rischio che gli eventuali provvedimenti siano meno efficaci di quanto annunciato.

A questo punto è possibile cominciare a sospettare che il Governo abbia per il terzo settore solo belle parole, ma poca reale considerazione poichè sistematicamente arriva a “dimenticarsene” alla prova dei fatti.

Dimenticate le piccole e medie realtà associative territoriali, dimenticati i milioni di volontari, dimenticati caregiver e centri di assistenza, dimenticati i tanti professionisti che operano con umanità al fianco dei più deboli, dimenticato il servizio civile.
Il governo e i rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni dovrebbero liberarsi dalla sindrome dell’annuncio e cominciare a calarsi nel reale che, con la forza dei fatti, testimonia l’importanza per la coesione sociale dell’Italia di oltre sei milioni di volontari e quasi un milione di lavoratori del non profit. Donne e uomini fondamentali a cui è arrivato il momento di dare risposte vere.

Pubblicato su: Istituzioni24.it

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén