Ogni giorno da più parti, nell’epoca del quasi totale predominio del sistema mediatico, ci raggiungono notizie di scandali, attacchi personali e di apparato, cronaca nera, mentre le belle storie piene di valori positivi sembrano essere rare e comunque prive del cosiddetto “appeal” delle notizie importanti che le renderebbe meritevoli di attenzioni e delle prime pagine.
Numerose volte questa osservazione è stata fatta, anche da autorevoli osservatori e commentatori, eppure nel momento in cui viviamo tempi in cui un giovane su tre non comprende ciò che legge ed in cui è ormai regola la sfiducia nel mondo delle istituzioni forse potrebbe essere arrivato il momento di cominciare ad individuare nuove strade da percorrere per ribaltare il tavolo e migliorare il corso delle cose.
È importante per il futuro della nostra comunità.
Tante volte, ormai troppe, ci si è persi in discussioni e ragionamenti sterili viziati il più delle volte da un approccio ideologico senza mai provare ad ascoltare davvero i problemi che arrivavano dalla nostra comunità in progressivo deterioramento e livellamento verso il basso.
È tempo di un patto generazionale ed interprofessionale che preveda la valorizzazione delle innumerevoli esperienze quotidiane positive che restano sempre ai margini delle narrazioni, lo stimolare al dono ed al volontariato i giovani ed in generale ricollocare ai vertici del vivere in comunità la bellezza dell’educazione.
Immaginiamo percorsi educativi realmente sinergici e forti tra istituzioni e terzo settore, portiamo i nostri giovani nei luoghi del dolore e del sacrificio. Non cediamo alla tentazione del mediatico e delle narrazioni utili solo a fare audience, ma prive di fondamento educativo e pronte a tornare al loro reale valore quando le luci della ribalta si spengono.
Ripristiniamo il rispetto delle regole, del buon senso, del limite e dell’autorità.
Non è più possibile accettare, senza colpo ferire, che l’unico metro assoluto di valutazione sia il soddisfacimento individuale pieno e totale perché in questo modo è a rischio la tenuta dell’intera comunità.
La realtà bussa alla porta e non concede sconti.
Dovrebbero saperlo bene proprio i sacerdoti ed i seguaci dell’individualismo che da sempre sono concentrati a “risparmiare” sul conto da pagare poiché consapevoli del fatto che prima o poi arrivi.

Pubblicato su: Istituzioni24.it