La crisi non sembra lasciare scampo ai modesti risultati raggiunti dal 2015 sulla strada dell’applicazione dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questo è quanto si evince dalla relazione annuale ONU sui progressi compiuti in merito agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Goals) e presentata proprio in questi giorni.

Il Segretario Generale Antonio Guterres ha manifestato seria preoccupazione invitando i governi ad effettuare scelte strategiche in grado di proteggere gli avanzamenti raggiunti prima dello scoppio della pandemia e, al contempo, trasformare la crisi in un’opportunità decisiva per l’attuazione di politiche che abbiano come fulcro lo sviluppo sostenibile.

L’attenzione degli Stati a causa del coronavirus è sicuramente cresciuta in merito ai temi della povertà, dell’accesso alle cure, del contrasto alla fame e anche alla tutela dell’ambiente, ma ciò è accaduto più come frutto di un riflesso istintivo piuttosto che in attuazione di una strategia.

Per questo motivo, registrando la brusca frenata dei miglioramenti e l’inversione negativa di tendenza rispetto ad alcuni “Goal” dell’Agenda 2030, si spera che aumenti la consapevolezza sul tema da parte dei decisori politici: il lockdown e la crisi globale hanno messo a serio rischio gli obiettivi che riguardano la parità di genere e il contrasto alla violenza domestica su donne e bambini, la lotta alla fame, la promozione di salute e benessere.

In questo clima di preoccupazione, unito alla grande minaccia di tensioni sociali, tra gli addetti ai lavori sembra suscitare grande fiducia la proposta “Next generation Eu” avanzata dalla Commissione europea.

Ursula van der Leyen e la sua squadra oltre a manifestare nelle proprie intenzioni e scelte una generale adesione all’Agenda 2030 hanno lanciato segnali positivi specialmente sui temi della promozione ed attuazione di politiche a favore della diffusione di energie pulite

Resta inteso che gli obiettivi ambiziosi per lo sviluppo sostenibile, un vero e proprio mutamento di paradigma delle nostre vite, non potranno essere raggiunti da un singolo stato o  dalla sola Europa, ma dovranno essere perseguiti attraverso un’azione quanto più sinergica di politiche comuni ispirate da strategie condivise da tutti i governi. Questo, naturalmente, non è semplice.

Se, infatti, proprio la Commissione europea ha rilanciato con la sua proposta il “Green new deal” allo stesso tempo con il recente “decreto rilancio” il Governo italiano non sembra aver preso provvedimenti ispirati chiaramente da tale strategia, pur avendo comunque tentato di porre un argine a problemi sociali ed economici lanciando anche timidi segnali di prospettiva su salute ed innovazione.

Come sempre la differenza  in senso positivo sarà fatta esclusivamente dalla capacità di fare sintesi e lavorare uniti.

Pubblicato su: Ricerca & Salute