Dieci anni.
Mancano esattamente dieci anni al 2030 indicato quale anno di riferimento per l’espletamento di tutti gli obiettivi individuati dall’ONU e da tutti i Paesi sottoscrittori dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile
Il documento rappresenta una vera e propria road-map per le Nazioni ed i cittadini per provare a costruire una comunità più aperta, inclusiva, solidale e vivibile.
Le recenti manifestazioni promosse a difesa dell’ambiente hanno sicuramente aumentato la platea dei cittadini desiderosi di confrontarsi con la questione dello sviluppo sostenibile, tuttavia troppo spesso essa viene concepita come legata esclusivamente alle attività relative alla tutela della natura.
Sicuramente uno sviluppo realmente sostenibile esprime come conseguenza un ambiente salubre, ma per raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’Agenda 2030 sono stati individuati 17 obiettivi che, evidentemente, invitano ogni parte della comunità a svolgere il proprio compito. Essi sono:

Obiettivo 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere, per l’empowerment di tutte le donne e le ragazze
Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie
Obiettivo 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
Obiettivo 9: Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le Nazioni
Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
Obiettivo 13: Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze
Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
Obiettivo 16: Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

È chiaro che tali ambiziosi ed importanti obiettivi richiamano il terzo settore nella sua interezza ad assumersi le proprie responsabilità e a recitare un ruolo da protagonista.
Se concepiamo, infatti, l’Agenda 2030, come la “chiamata alla partecipazione” di tutti i cittadini, allora non possiamo non considerare come proprio il terzo settore sia il laboratorio per antonomasia dove quotidianamente maturano e si sviluppano molte delle risposte e delle strategie utili al conseguimento degli obiettivi prefissati.
A distanza di quattro anni dall’avvio ufficiale delle iniziative legate alla realizzazione dell’Agenda 2030 è opportuno ricordare come sia stato proprio il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in alcuni suoi ultimi interventi a ribadire il ruolo fondamentale che la cosiddetta “people action” (unitamente alla “global action” e alla “local action”) può avere per generare processi e movimenti di pressione decisivi per spingere i decisori politici ad adottare ed emanare leggi e regolamenti in linea con gli scopi da raggiungere.
La partecipazione dei cittadini ed il ruolo del terzo settore non può esaurirsi pertanto in un movimentismo che avrebbe il rischio d’ingenerare solo un’adesione acritica e mediatica figlia delle mode del momento, ma deve favorire processi di consapevolezza all’interno delle comunità in grado di spingere ed ispirare i singoli gruppi di cittadini ad impegnarsi, anche individualmente, per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
In altre parole: è nella capacità di fare rete del terzo settore in ogni sua forma, nonostante tutte le difficoltà ed egoismi del caso, che possiamo trovare una delle strade fondamentali per arrivare ai risultati auspicati entro questa importante ed avvincente decade appena iniziata.

Pubblicato su: Istituzioni24.it